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Curriculum Vitæ

un breve racconto delle esperienze personali nello studio e nel lavoro

Macchina da scrivere, pochi decenni fa era l’unico mezzo veloce per la scrittura.

Giorgio Donadel Campbell nasce a Mestre il . Si laurea in Medicina e Chirurgia a Padova nel , dopo aver frequentato il liceo Scientifico presso il Collegio Vescovile S. Pio X di Treviso. Il suo interesse verso quella che viene oggi chiamata comunicazione multimediale si è manifestato fin dai primi anni dell’università. In possesso infatti di un’attrezzatura cinematografica professionale 16 mm, regalo ottenuto dal padre, medico anch’egli, per la sua brillante maturità e allievo interno della Clinica Chirurgica dell’Università di Padova diretta dal compianto prof. Pier Giuseppe Cevese, si dedica con successo alle riprese cinematografiche in sala operatoria.

Egli infatti escogita un metodo originale per filmare i vari tipi di intervento, sia a scopo di documentazione scientifica, sia come efficace supporto didattico. Proprio per questo viene chiamato a collaborare fattivamente con il Centro di Cinematografia Scientifica della stessa Università. Una volta specializzatosi, prima in Chirurgia Generale e poi in Chirurgia Cardiaca e Vascolare, viene nominato Assistente presso il Centro di Cardiochirurgia dell’Università di Padova.

Se da un lato questa nomina lo costringe ad accantonare la cinematografia scientifica e a dedicarsi con impegno al proprio lavoro di cardiochirurgo, dall’altro essa gli consente di scoprire una nuova passione che si rivelerà poi molto utile per le scelte future. Nei ritagli di tempo egli coltiva infatti lo studio dell’elettronica applicata alle telecomunicazioni, tanto da arrivare a costruirsi una potente stazione di radioamatore che gestirà, dopo aver ottenuto l’apposito patentino, con il nominativo di Italia 3 DNG.

Cosí quando nel , a seguito di una brutta epatite virale contratta sul tavolo operatorio, viene costretto ad oltre un anno di convalescenza forzata, egli si avvicina con interesse ed entusiasmo al nascente mondo dell’emittenza radio televisiva privata che gli propone di unire le esperienze acquisite sia nel campo della cinematografia che in quello dell’elettronica. Nonostante le molte soddisfazioni che gli potrebbero derivare da questa nuova attività, è infatti socio fondatore nel e successivamente presidente di Telepadova, diventata in seguito Italia 7, decide tuttavia di non abbandonare il proprio lavoro di medico.

In quegli anni infatti il Centro di Cardiochirurgia dell’Università di Padova vanta una della casistiche piú elevate al mondo nell’impianto degli elettrostimolatori cardiaci. Intuisce pertanto che, approfondendo la propria conoscenza in questa specialità ed integrando l’esperienza acquisita nel campo dell’elettronica con quella cardiochirurgica, egli può dare un ulteriore, insostituibile aiuto agli ammalati bisognosi di un pacemaker. In pochi anni organizza cosí uno dei piú importanti centri italiani di Elettrostimolazione Cardiaca, perfezionandosi con successo soprattutto nel trattamento delle complicanze chirurgiche connesse a questa attività.

Egli diventa in questo modo uno dei piú giovani ed esperti impiantatori di pacemaker d’Europa. Per questo viene invitato come relatore in molti convegni internazionali e pubblica numerosi lavori scientifici per divulgare le proprie tecniche inedite ed originali. Nel , quando tuttavia ha già al suo attivo oltre tremila interventi e viene nominato responsabile del Servizio di Elettrostimolazione Cardiaca dell’Università di Padova, il destino lo mette a dura prova. Viene infatti operato per un cancro alla tiroide, formatosi in seguito alle lunghe esposizioni alle radiazioni richieste proprio dall’impianto dei pacemaker.

Da allora, pur essendo clinicamente guarito, la sua vita è forzatamente cambiata. La malattia di cui ha sofferto lo ha costretto a rinunciare ad una promettente carriera e gli ha fatto affrontare problemi psicologici che, per un medico trovatosi suo malgrado dalla parte del malato, non sono stati certamente dei piú facili. Ma nonostante tutto è riuscito a venirne fuori serenamente. Egli infatti si è dato uno scopo preciso ed ambizioso. Pur non rinunciando ad offrire agli ammalati la singolare esperienza accumulata nel campo dell’elettrostimolazione cardiaca, ha deciso di trasformare l’antica passione per la cinematografia e l’elettronica in un vero e proprio impegno sociale contro l’ignoranza, utilizzando al meglio le enormi potenzialità di questi strumenti per insegnare alla gente a stare bene e a prevenire le malattie.

Cosí nel ha realizzato il suo primo audiovisivo, Vivere di Leucemia, che gli ha valso anche il primo dei numerosi riconoscimenti finora ricevuti. Sono seguiti poi, Elettrostimolazione Cardiaca Oggi, Vivere con il pacemaker, La durata del pacemaker, Educazione Sanitaria Perché?, AIDS Sindrome da Immunodeficienza Acquisita, Accidentalità infantile, Droga, La prevenzione dell’AIDS nel rapporto sessuale, AIDS facciamo il punto, Il fumo ed altri documentari per l’industria farmaceutica.

Tutti questi lavori, premiati in varie rassegne scientifiche, sono stati realizzati con largo uso di computer grafica che costituisce un’altra delle sue grandi passioni. Negli stessi lavori inoltre egli si è occupato non solo della grafica, ma anche della sceneggiatura e del montaggio, sommando, in un’interfaccia pressoché unica non solo in campo nazionale, l’esperienza medica a quella di tecnico che conosce ed usa personalmente qualsiasi tipo di attrezzatura, in modo da adattare ogni messaggio scientifico ai mezzi disponibili e trasformare qualsiasi concetto, anche di difficile comprensione, in parole ed immagini semplici, alla portata di tutti.

Ma è nel , quando, grazie all’informazione estremamente precisa su di un delicatissimo argomento, il suo filmato Prevenzione dell’AIDS nel rapporto sessuale, vince il Grand Prix al Medikinale International Parma, la piú prestigiosa rassegna Europea del film medico scientifico, che decide di affinare ulteriormente la propria strategia. Egli infatti si rende conto che per combattere nel modo piú efficace ogni tipo di malattia e per far conoscere al meglio i grandi temi sociali della Salute, della Sanità e della Medicina bisogna utilizzare soprattutto i mezzi di comunicazione di massa, televisione in particolare.

A tale scopo concepisce un proprio originale progetto. Questo progetto, supportato tra l’altro da un audiovisivo dimostrativo intitolato Cultura della Salute e Televisione che lo porterà ad essere relatore in diversi convegni specializzati, esalta soprattutto il ruolo della televisione locale nell’informazione e nell’educazione sanitaria. Per sviluppare infatti una seria cultura della Salute attraverso il corretto utilizzo della comunicazione televisiva occorre da un lato, che le Istituzioni forniscano permanentemente adeguati finanziamenti per la produzione di programmi informativi ed educativi ad alto contenuto qualitativo sui temi sanitari di largo interesse sociale, dall’altro che vengano coinvolte soprattutto le televisioni locali mediante l’acquisto, sempre da parte delle Istituzioni, di spazi specifici negli orari di maggiore ascolto su cui veicolare in modo continuativo tali programmi.

Proprio per dare un esempio concreto dell’enorme potenzialità offerta da questo progetto e da questa metodologia, decide di produrre e di condurre personalmente il suo primo programma televisivo intitolato Conoscere per stare bene, AIDS. I moltissimi consensi ottenuti dopo la diffusione di tale programma da parte delle piú seguite televisioni del Triveneto, lo convincono successivamente a sensibilizzare su questa metodologia anche la Commissione Sanità della Comunità Europea.

Grazie all’originalità delle proposte avanzate, il network televisivo con cui allora collabora, viene chiamato a rappresentare l’Italia ed è inserito nel progetto comunitario Broadcasting Health, che ha lo scopo di tracciare le linee guida sulla futura comunicazione televisiva riguardante la promozione della Salute, assieme alle piú prestigiose emittenti televisive europee.

Ma il suo impegno non si ferma qui. Il suo scopo infatti è quello di proporre progetti e programmi che siano in grado di elevare il livello di cultura sanitaria in generale, che siano pensati in funzione dei diversi strumenti disponibili, che offrano dei messaggi semplici e chiari basati non soltanto sull’informazione di ciò che si deve o non si deve fare, quanto piuttosto sulla spiegazione del perché e del come si svolgono determinati processi la cui conoscenza diventa insostituibile nel decidere consapevolmente e coscientemente i propri comportamenti od orientare le proprie scelte.

Poiché i metodi e gli strumenti che vengono utilizzati per promuovere la cultura della Salute e quindi l’informazione e la prevenzione sanitaria, possono essere gli stessi attraverso cui promuovere efficacemente anche tutto quanto riguarda la Sanità, egli ha preparato il programma televisivo Azienda Ospedaliera di Padova, istruzioni per l’uso con l’intento di offrire una singolare ed originale guida per immagini ispirata alla cosiddetta Carta dei Servizi, in modo da facilitare il migliore utilizzo di una delle piú importanti strutture sanitarie d’Italia. Nello stesso tempo tuttavia non ha trascurato quello che diventerà lo strumento di comunicazione del futuro e che nascerà inevitabilmente dalla fusione dell’immagine televisiva con quella informatica del computer.

Per anticipare questa conquista, di cui allora Internet era solo un piccolo inizio di ciò che sarebbe diventato, e allo scopo di migliorare la preparazione dei futuri medici, il loro aggiornamento e quindi in definitiva la stessa Medicina, egli si è adoperato per sperimentare alcune delle espressioni piú concrete di tale strumento, quali la teleformazione e la teledidattica. A tale scopo ha collaborato con il prof. Virgilio Meneghelli, compianto direttore dell’Istituto di Anatomia Umana Normale dell’Università di Padova che, tra i primissimi in Italia, si è occupato di anatomia virtuale, di immagini tridimensionali costruite dal computer, di endoscopia virtuale, di chirurgia virtuale, di chirurgia assistita dal computer e di simulazione di casi clinici. Anche se la prematura scomparsa del prof. Meneghelli ha impedito di utilizzare le immagini del suo programma interattivo di neuroanatomia virtuale per preparare delle lezioni di Medicina e dei programmi di aggiornamento medico da mandare in onda sulle principali televisioni locali nelle ore notturne, questa metodica è tuttora valida per essere applicata a qualsiasi altro argomento didattico che si basi sulle immagini.

Verso la fine degli anni novanta tuttavia, grazie soprattutto al suo coinvolgimento nel progetto comunitario Broadcasting Health, che gli ha permesso di toccare con mano come il problema sanitario piú importante per l’Europa non sia tanto quello dell’AIDS, della droga, del fumo e cosí via, ma quello del sovrappeso e di tutto quanto è ad esso collegato funzionalmente ed esteticamente, egli comincia ad occuparsi anche di questo argomento. Cosí, sia per l’esigenza di approfondire le varie informazioni acquisite, sia per un interesse diretto che è andato via via crescendo nel tempo, si è lasciato piacevolmente coinvolgere in quella che potrebbe essere definita la Medicina del benessere e della longevità.

Attraverso infatti la nuova cultura del bello che domina ormai stabilmente il pensiero moderno, si è reso conto che si può rendere un grande servigio anche alla nascente cultura del benessere, della buona salute e della longevità, con gli innegabili vantaggi che questo può comportare non solo sul piano umano e sociale, ma anche nel campo della prevenzione in generale. Oggi infatti le persone si rivolgono al medico molto piú facilmente per eliminare un inestetismo che per curare una vera e propria malattia. Il medico deve quindi saper approfittare di questa occasione per migliorare non solo l’immagine fisica, ma soprattutto la condizione psicologica e l’aspettativa di vita delle persone.

Il medico che ha a cuore la salute, il benessere e la longevità dei propri assistiti, deve quindi saper svolgere, non solo una funzione squisitamente terapeutica, ma anche un ruolo educativo, insegnando che il bello fuori coincide innanzitutto con il sano dentro e che il raggiungimento di questo obiettivo si basa soprattutto nell’imparare a volersi bene seguendo quattro regole fondamentali che possono essere semplicemente riassunte nella corretta e sana alimentazione, nella cura dell’aspetto fisico e del corpo, nella depurazione dell’organismo e nel mantenimento di un equilibrio psichico positivo.

Proprio per poter meglio portare avanti questo nuovo impegno egli si è congedato nel luglio del dalla Cardiochirurgia dopo 35 anni di servizio. La battaglia per insegnare alla gente a stare bene e a prevenire le malattie continua dunque con altre iniziative su di un altro fronte certamente non meno piacevole e non meno stimolante rispetto a quello del passato.


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